ATON - DINO VERGA DANZA
Performances
KISETSU NO IRO
Il colore delle stagioni
季節の色
Spettacolo ideato e diretto da Dino Verga
Musica originale
Tiziano Bedetti
remixata da Dino Verga
Coreografie
Dino Verga - Luca Della Corte - Luca Russo
Libretto
Renato Greco
Scenografia
Gianfranco Lucchino
Videografia
Marco Schiavoni
Danzatori
Stefania Brugnolini, Veronica Cionni, Luca Della Corte, Chiara D’Orsi, Anna Marinelli , Ilaria Marini,
Sonia Moltisanti, Maria Parisi, Giuliana Principato,
Antonella Pugliese, Luca Russo
Assistente alle coreografie
Stefania Brugnolini
Realizzazione luci
Marco Fumarola
Sartoria
Neide Buratti - Roma
Yuki Onna. Ideogramma corda e nodi.
Il mare di mascherine. Sakura / Hanami.
Il demone nella vagina.
Se solo potessimo cadere
come i fiori di ciliegio in primavera.
Aotsuyu. Little Boy e Fat Man.
Le nostre anime di cartone.
Foglie e riso e caramelle rosa e ciocche di capelli.
I cortei di Tsukimi. Due milioni e mezzo di yen
per uno Yūbari di stagione.
A Fukushima e un’altra, due, tre, quattro,cinque, sei, sette, otto, nove, dieci.
Discostandosi dall’idea primigenia di rappresentare le stagioni attraverso una iconografia convenzionale dell’estremo Oriente, la musica originale, densa di epici riferimenti alla cultura giapponese, è stata rimaneggiata e remixata da Dino Verga, conferendole un clima più astratto, tipico dei lavori dell’Aton – Dino Verga Danza, per poter condurre la creazione su binari più concettuali e visionari.
Le atmosfere rituali del Giappone e del lontano Oriente sono così continuamente evocate senza mai seguire una traccia oleografica.
In accordo con la tradizione nipponica, le stagioni sono rappresentate da altrettanti animali celestiali (Shijin): Seiryū, il drago blu guardiano dell'Est, associato alla primavera e ai colori blu e verde (considerati sfumature di un solo colore); Suzaku, la fenice di fuoco, guardiana del Sud, associata all'estate e al colore rosso; Byakko, la tigre bianca, guardiana dell'Ovest, associata con l'autunno e al colore bianco; Genbu, la tartaruga nera guardiana del Nord, associata all'inverno e al colore nero; Ōryū, il drago giallo guardiano del Centro, associato al cambio delle stagioni, sebbene attualmente sia uno Shijin trascurato in Giappone.
All’interno dell’opera l’alternanza delle stagioni scorre attraverso la rievocazione speculativa di episodi storici, argomenti mitologici, eventi attuali e passati di un Giappone che, per quanto lontano dalla nostra cultura occidentale, resta tuttavia una parte del nostro pianeta popolato da persone che vivono quotidianamente lo scorrere del tempo, e ne affrontano le difficoltà del vivere, del sopravvivere e del risorgere dalle difficoltà.
Lo spettacolo nasce dall’opera musicale del compositore contemporaneo Tiziano Bedetti, che tratta la trasposizione in musica dell’eterno tema delle stagioni seguendo la lettura di antichi haikai giapponesi.
L’haiku è un brevissimo componimento poetico in versi flessibili, all’interno del quale è presente un cosiddetto riferimento stagionale, cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composto o al quale si riferisce.
L'estrema concisione dei versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, come una traccia che sta al lettore completare.